Cominciate le esequie, il sacerdote disse: "Rispondimi: quante iniquità e peccati hai...?", si udì una voce
sepolcrale uscire da sotto il velo funebre e disse queste parole: "Per giusto giudizio di Dio
sono stato accusato!". Fu tolto subito il drappo mortuario, ma si trovò il defunto immobile e
freddo. La funzione, improvvisamente interrotta, fu subito ripresa fra
il turbamento generale. Poco dopo il cadavere si alzò davanti a tutti e
gridò con voce ancora più forte di prima: "Per giusto giudizio di Dio sono stato giudicato!".
Lo spavento dei presenti giunse al colmo. Alcuni medici si avvicinarono
al defunto, ripiombato nella sua immobilità, e constatarono che era
veramente morto. Non si ebbe però il coraggio, per quel giorno, di
continuare il funerale e si rimandò al domani. Intanto le autorità ecclesiastiche non sapevano che cosa decidere.
II giorno seguente fu ripetuto l'ufficio funebre, ma giunti alla stessa
frase prevista dal rito ("Rispondimi...") il cadavere si alzò nuovamente da
sotto il velo funebre e gridò: "Per giusto giudizio di Dio sono stato
condannato all'inferno per sempre!".
Davanti a questa terribile testimonianza, cessarono i funerali e si decise di non seppellire il cadavere nel cimitero comune. Il prodigio era evidentissimo e molti si convertirono. Tra i presenti c'era un certo Brunone, discepolo e ammiratore del
Diocrés; era già un buon cristiano, ma in quell'occasione decise di
lasciare le attrattive del mondo e di darsi alla penitenza. Altri
seguirono il suo esempio. Brunone divenne fondatore di un Ordine
Religioso, il più rigoroso della Chiesa Cattolica: l'Ordine dei
Certosini.